Pride and prejudice (Orgoglio e pregiudizio) - Jane Austen

E’ verita’ universalmente riconosciuta che una volta scoperto un capolavoro ,non se ne possa piu’ fare a meno.
Ecco quello che capita quando ci si accosta per la prima volta al piu’ famoso ed apprezzato fra i romanzi di Jane Austen: e’ “amore a prima lettura!”.
Cio’ che rende tale un classico non e’ il fatto che venga acclamato dai critici,analizzato dai professori,studiato nei corsi universitari, ma che i lettori, una generazione dopo l’altra, vi traggano piacere e giovamento spirituale.

Stesura e pubblicazione:

“Prime Impressioni” (primo titolo utilizzato) fu cominciato nell’inverno del 1796 ed ultimato nell’ agosto del 797, ma venne pubblicato solo nel 1813,

Jane Austen ne vendette i diritti per 110 sterline.

Personaggi :

Elizabeth: “Devo confessare che penso a lei come alla creatura piu’ deliziosa mai apparsa sulla pagina”.
Eccome come descrive Jane, la vera protagonista del romanzo.
Lizzy e’ davvero un’eroina moderna; brillante, arguta, intelligente, ironica ma anche dolce, pura e devota.

Darcy: Il gentiluomo di cui tutte le donne del mondo potrebbero innamorarsi.
Nonostante all’inizio sia quasi un personaggio negativo, nessuno riesce a prenderlo in antipatia; bensì prova un’immediata curiosità verso un personaggio cosi’ serio, duro e all’apparenza “oscuro”- una curiosità che scava più a fondo della superficie, e che comprende che c’ e’ molto di piu’ sotto quel cappello a cilindro e a quello sguardo altero.

Jane Bennet e Charles Bingley: due giovani davvero fatti l’una per l’altro.

Belli, puri di cuore,dall’animo candido…il tutto portato persino all’eccesso ,dato che il loro carattere arrendevole li portera’ ad attraversare un lungo anno divisi,prima di poter comprendere loro stessi ed inseguire la propria felicita’.

Mr Bennet: un uomino singolare, per il quale non si può che provare simpatia.
Ironico (proprio come la secondogenita), ma anche disilluso dal mondo che lo circonda.
Non fa nulla per cambiare la moglie e le piu’ piccole fra le sue figlie,anche se possiamo immaginare che con un’intelligenza come la sua potrebbe davvero fare di piu’.

Mr Collins, Mrs Bennet, Lady Catherine: i piu’ estremi e grotteschi personaggi del romanzo… Coloro per i quali vale davvero la pena girare le pagine del libro, perchè loro del libro sono I colori piu’ accesi, brillanti, quasi accecanti.
E’ da loro che si comprende la straordinaria bravura di Jane nel delineare i caratteri delle persone e di creare personaggi immortali!

Struttura del romanzo:

Il professor Garrod, un colto ed acuto critico, ha asserito che Jane Austen non era in grado di scrivere una storia,intendendo con questo termine, una successione di avvenimenti, romantici o insoliti.
Ma non era questo il talento di Jane Austen, e non era questo cio’ che tentava di fare. Aveva troppo buonsenso e troppo ispirato umorismo per essere romantica e non aveva interesse per gli eventi poco comuni, ne aveva bensi’ per quelli assolutamente comuni!
Li rese insoliti grazie all’acume delle sue osservazioni, alla sua ironia, al suo spirito divertito.

Orgoglio e pregiudizio inizia al momento giusto, con l’arrivo sulla scena dei due giovani il cui amore per Elizabeth e Jane costituisce il tema centrale del romanzo e finisce al momento giusto, con il matrimonio: il tradizionale finale felice.

Conclusioni:

W.Somerset Maugham scrive:
“Il più grande merito di questo incantevole romanzo é l’essere esso incredibilmente leggibile.
La signorina Austen è attenta alle cose comuni, i coinvolgimenti, i sentimenti e i personaggi della vita ordinaria; nulla succede davvero, eppure, non appena si arriva al fondo della pagina, la si volta con impazienza per sapere cosa succederà dopo; nulla ancora accade, eppure si volta nuovamente la pagina, con la stessa impazienza.
La capacità di provocare quest’impazienza è il più grande dono che un narratore possa avere.

Edizioni in Italia:

Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio, collana I grandi classici Mondadori, traduzione di Giulio Caprin, Mondadori, 1983, pp. 419.
Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio, collana I grandi libri Garzanti, traduzione di Isa Maranesi, Garzanti, 1980, pp. 303.
Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio, collana BUR, traduzione di Maria Luisa Agosti Castellani, Biblioteca Universale Rizzoli, 1995, pp. 354.
Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio, traduzione di Stefania Censi, Theoria, 1997, pp. 442.
Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio, collana I grandi della letteratura, traduzione di Maria Pia Balboni, Fratelli Fabbri Editori, 1968, pp. 380.
Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio, collana Classici Classici, traduzione di Susanna Basso, Frassinelli, 1996, pp. 392.
Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio, collana I Darling, n° 2, traduzione di Rosa Pino, Fratelli Fabbri Editori, 1968, pp. 231.
Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio, Newton Compton Editori (collana Grandi Tascabili Economici n. 644), pp. 256. ISBN 978-88-541-2023-5
Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio, audiolibro letto da Paola Cortellesi, versione integrale, Emons Audiolibri 2009.

Scheda libro
di Pamela Valerio

 

Recensione di Orgoglio e pregiudizio, partitura di passioni
di Alessandra Stoppini


"Non possiamo stare senza Jane Austen. Perché? Tra gli appuntamenti letterari di rilievo per capire che rivoluzione fu il romanzo nell’800 e perché esso continui a parlare anche per questo tempo, c’è quello con la “sorella minore di Shakespeare” – come la definì G. H. Lewes. Il “caso austeniano” ha la capacità di aizzare continui dibattiti critici: l’autrice è estremamente amata oppure altrettanto odiata, come ha lasciato intendere Mark Twain, che, davanti ad Orgoglio e Pregiudizio, veniva preso da un’incontrollabile “voglia di dissotterrarla e picchiare il cranio con la sua stessa tibia” (però la leggeva!). Cosa si cela dunque dietro la commedia umana che Miss Austen, nata a Steventon l’anno 1775, ci ha consegnato in sei tomi e poco più, e di cui il cinema continua ad impadronirsi?

Non certo la realtà a senso unico e semplificata di chi, ai tempi, considerava Orgoglio e Pregiudizio, Emma e gli altri libri alla stregua di romanzetti rosa, ma la voce di un’intelligenza arguta, dotata di un’ironia pungente e talvolta amara. Una “disegnatrice di caratteri, la più perfetta artista tra le donne” – disse di lei, molti anni dopo, Virginia Woolf, sottolineandone così la suprema oggettività, in prodigioso equilibrio tra i due secoli tumultuosi a cavallo dei quali scrisse.

Una “sociologa”, insomma, che ha attraversato la Storia riproponendola in un microcosmo provinciale/universale, per inquadrarne i tipi umani. Per questo il cinema continua a trasporre le storie nate dalla Austen, grata che la porta dell’umile salottino cigolasse, permettendole di nascondere in tempo le “sudate carte” alla vista di chiunque. Risale al 1940 il primo apprezzabile, ma per certi versi ingenuo tentativo con Orgoglio e Pregiudizio, in cui vestì i panni dell’introverso Mr Darcy un perfetto Laurence Olivier nel pieno della carriera. Ben 65 anni dopo, il romanzo fa ritorno sul grande schermo con la Working Title Films.
La sceneggiatura ha attinto a piene mani dalla superba prosa austeniana, dando vita a un film che “ha cercato di esserne l’equivalente diegetico”, ha dichiarato il regista Joe Wright. È stato possibile mettendo a fuoco il particolare – nei costumi, negli ambienti, nelle musiche – che non è solo cornice estetica, ma vigorosa pennellata dell’autrice su una tela magari di breve raggio geografico, ma ricca di profondità e prospettive: un’opera realista, specchio di ieri e di oggi.

Il casting è coerente: ai mostri sacri Judi Dench e Donald Shuterland (Lady Catherine e Mr Bennet) si sono affiancate giovani promesse, tra cui l’incantevole astro nascente inglese Keira Knightley, nomination agli Oscar come “miglior attrice protagonista”. Completa il quadro la colonna sonora del pisano Dario Marianelli (poco noto, ma veterano della musica da film, recente autore anche di quella per I fratelli Grimm e l’Incantevole Strega).

Wright ha citato la prima sonata per piano di Beethoven come chiave d’ispirazione e Marianelli è partito con l’idea di scrivere un tipo di spartito che anche Jane Austen potesse aver ascoltato; una musica che fosse sottofondo alle risate di Lizzy, agli schiamazzi delle sorelle minori, ai rumori della farm, punteggiatura di un quotidiano che Jane Austen ha vissuto e fatto vivere alle sue eroine, giovani o addirittura adolescenti, che si guardano attorno con ardore e giungono, attraverso l’innamoramento e la sofferenza, alla consapevolezza di sé; oppure degenerano e diventano “pecorelle smarrite”.
L’intelligente e anticonformista Elizabeth ha 20 anni, Mr Darcy 28 e la testa calda dei Bennets, Lydia, addirittura 15.

L’emotività che provano è quella dei giovani che amano per la prima volta. Tutto riecheggia in una colonna sonora soave quanto incisiva, perché centrata, in un crescendo, sull’eroina Elizabeth Bennet, sui suoi vissuti e stravolgimenti interiori: ecco che gli assoli di pianoforte diventano la voce del suo spirito indipendente e pieno di vita, e dello scorrimento della trama, ricordando lo stile della sonata dell’epoca. Momento incipitario del film è la soggettiva, accompagnata dal delicato “tema di Elizabeth” – (...) Tante altre efficaci note – dai fiati e tamburi della marcia della milizia, all’assolo di sensuale clarinetto per Lizzy nella “Galleria delle sculture”, al folk dei balli di società – fanno della colonna sonora la fresca trasposizione del “frammento di un’epoca” che certamente Miss Austen avrebbe apprezzato.

Da Il Giornale di Brescia , 13 febbraio 2006 - la fonte -